Editoria - Libri

Il Gallo di Asclepio

di Roman Ingarden

A cura di Lidia Gasperoni
Postfazione di Daniela Angelucci

Filosofo polacco, Roman Ingarden (1893 -1970) ha rappresentato una delle figure più importanti della fenomenologia e dell’estetica del XX secolo. Allievo e collaboratore di Husserl, ha posto al centro della propria indagine filosofica la questione del realismo-idealismo, nel tentativo di delineare i metodi e gli scopi di un’ontologia fenomenologica.

Questo volume presenta finalmente la nuova traduzione italiana della sua opera principale in ambito estetico, L’opera d’arte letteraria, apparsa per la prima volta in lingua tedesca nel 1931 e, rivista, nel 1965. Con questa traduzione si vuole dare nuova trasparenza e vivacità filosofica al saggio di Ingarden che senza ombra di dubbio già costituisce un riferimento inaggirabile per gli studi di estetica e di critica letteraria.

A Ingarden va ancora oggi riconosciuto il merito di aver posto, senza ridurla ad una visione psicologistica né ad una meramente epistemologica, la questione dell’essenza dell’opera d’arte letteraria, e con essa quella della sua oggettività. In particolare quest’ultima costituisce un tema appassionante ed ora certamente tornato alla ribalta degli studi estetici. Lungi dal limitarsi ad una provocazione solo teorica, questo tema si articola nell’analisi precisa dei diversi strati dell’opera d’arte letteraria e al disegno della complessa polifonia derivante dalla loro interazione.

 

"L’opera letteraria è una vera meraviglia. Esiste, vive ed agisce su di noi, arricchisce straordinariamente la nostra vita, ci dà ore di rapimento ed ore in cui sprofondiamo negli abissi, senza fondo, dell’essere... Essa ha un essere eteronomo che sembra del tutto passivo e sopporta inerme tutte le operazioni che compiamo su di essa, pur tuttavia provocando, mediante le sue concretizzazioni, profondi mutamenti nella nostra vita che viene ampliata e sollevata al di sopra delle bassezze dell’esistenza quotidiana".

 

 

Autore
Roman Ingarden 
(1893 -1970), originario della Polonia, fu allievo di Edmund Husserl, prima a Göttingen e successivamente a Freiburg, attestandosi come collaboratore ma anche critico dell’idealismo del suo maestro. Tornato in Polonia e dal 1933 professore all’università di Lwów, sviluppò particolarmente gli aspetti ontologici della fenomenologia, riflettendo sulle nozioni di essenza e di esistenza. Dopo l’interruzione della sua attività negli anni della seconda guerra mondiale e un breve periodo di insegnamento a Cracovia (1945-1949), lo stalinismo vietò a Ingarden di insegnare. Parallelo e complementare ai suoi lavori di ontologia è stato il suo impegno per gli studi di estetica: dopo la prima stesura dell’Opera d’arte letteraria ha continuato durante tutta la vita a scrivere saggi importanti in estetica, anche sulla musica, l’architettura, il cinema.


Prezzo di copertina 35,00 € - sconto del 20%

Codice ISBN: 9788889746134 | Pagine: 550 | Prezzo: 28,00 €
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