La situazione geopolitica che si è venuta a creare dopo lo scoppio della guerra russo-ucraina ha riportato di nuovo al centro dell’attenzione la questione nucleare.

È pensabile di ricorrere al nucleare per sopperire al venire meno dell’approvvigionamento del gas russo? Quanto sono sicure le centrali nucleari di nuova generazione? E quanto è sicuro un paese che ha nel suo territorio delle centrali nucleari?

In questo volume, che raccoglie saggi e interviste rilasciate lungo gli anni, Robert Spaemann guarda alla tecnologia nucleare non con lo sguardo del tecnico esperto ma con quello del filosofo morale, ritenendo questa prospettiva come assolutamente necessaria nel complesso di valutazioni che devono riconsiderare il ricorso all’energia nucleare oggi. Le sue argomentazioni si rivolgono soprattutto contro chi, pur di ottenere un beneficio immediato, non si pone il problema di chi ne pagherà gli enormi costi, e quando. Come si possono fondare politiche indiscriminate in campo energetico sulla base di un principio irresponsabilità, senza che nessuno ponga riserve morali? Spaemann, una delle voci più importanti del dibattito filosofico e religioso del secondo Novecento, richiama l’attenzione su un tema che è tornato di bruciante attualità, e che richiede una presa di coscienza nuova e globale.

“È semplicemente arrogante disporre il mondo in modo tale che rimanga vivibile solo se tutti sono buoni. Che lo siano, è l’ultima convinzione di fondo. Tanto tenace quanto falsa, come è stato dimostrato”.

Autore
Robert Spaemann (1927 – 2018) è stato un filosofo e teologo tedesco, professore emerito di filosofia presso la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera. Tra le sue opere più note ricordiamo: Per la critica dell’utopia politica, Felicità e benevolenza, e Persone. Sulla differenza tra “qualcosa” e “qualcuno”.