Recensioni

Amori in viaggio

AutoreAlexander McCall Smith
Genereromanzo
AreaAttività Culturale
Casa editriceTre60
Anno2014
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 “Nel cuore di ognuno di noi possono esserci molte stanze e, a volte, capita che non sia una sola a essere occupata”.
 
Alexander McCall Smith, scrittore scozzese di origini africane, è molto conosciuto per le tre serie di romanzi gialli con i quali ha raggiunto il successo internazionale: I casi di Precious Ramotswe, la detective n° 1 del Botswana, I casi di Isabel Dalhousie, filosofa investigatrice e Le storie del 44 Scotland Street. I suoi libri, molti ambientati nel Botswana, sono stati tradotti in più di quaranta lingue e alcuni volumi sono usciti anche in Italia con la casa editrice Guanda.
Nel 2014 l’editore Tre60 pubblica con la traduzione di Flavio Iannelli Amori in viaggio, romanzo breve in cui lo scrittore abbandona il genere giallo per raccontare una storia romantica semplice, ma non scontata, che ha per protagonista principale l’Amore, raccontato da quattro viaggiatori su un treno partito che collega Edimburgo a Londra.
Fin dalle prime pagine del libro, il lettore è invitato a guardare all’amore nelle sue variegate espressioni come a un sentimento che tocca la vita di tutti, perché esso “non è qualcosa di straordinario, anche se pensiamo che lo sia, anche se lo idealizziamo, se lo cantiamo in versi o se lo celebriamo con sentimentalismo a San Valentino”.
L’intera storia raccontata da Alexander McCall Smith si dipana durante un viaggio in treno, contesto ricco di suggestioni e spesso cantato da poeti come Edward Thomas e Hugh Auden, dove, pur essendo oggetti comuni, i treni “possono rivelarsi attori e vettori di ciò che più vasto e insondabile esiste al mondo: il nostro bisogno di dare e ricevere amore nella quotidiana e universale battaglia contro la solitudine”.
I quattro viaggiatori, lo scozzese Andrew, l'americano David, l'australiana Kay, e l'inglese Hugh, sono persone di età e nazionalità differenti che si raccontano ripercorrendo i momenti più importanti delle loro storie attorno al tema unico dell’amore. Sono essi le voci narranti, ed è attraverso i loro ricordi che il lettore venne a conoscere e condividere le loro esperienze intrise di gioia, di riconoscenza o di dolore. Andrew sceglie di condividere frammenti della sua storia con Hermione, del loro amore sbocciato fra le opere d’arte nella casa d’aste dove lavorava, e della ferrea volontà di lottare per questo legame di fronte  a chi invece attribuisce valore assoluto soltanto al denaro e alle apparenze. Kay decide di rendere partecipi gli altri dell’amore smisurato e profondo che unì i suoi genitori nell’Australia degli anni ’50, il continente dalle immense pianure dove “la solitudine aveva ancora un futuro luminoso”, e dove loro erano riusciti a “far fiorire il deserto” trasmettendo anche ai figli il valore positivo del matrimonio, del sacrificio, dell’ospitalità. Ma non sempre il bene che si vuole all’altro è corrisposto, o almeno non come si desidererebbe, e il giovane David ne ha fatto esperienza. La sua storia infatti racconta di un’amicizia particolare, un amore che non ha potuto sbocciare perché forse troppo “diverso”, ma capace di conservare, alla prova del tempo, la stessa freschezza oltre alla consapevolezza di sé e dei limiti con cui bisogna confrontarsi in ogni rapporto umano significativo. Pur non avendo ottenuto dalla vita ciò che desiderava David ha saputo sviluppare un’abilità importante, che è quella di provare piacere per la felicità altrui.
Ma è la fiducia l’ingrediente più importante e Hugh, il quarto protagonista del romanzo, ne è ora convinto. La sua esperienza mostra quale sia il rischio a cui si va incontro, quando non si ha coraggio di affrontare i dubbi che sorgono nei confronti dell’altro, e come sia possibile attraversarlo attraverso un confronto schietto e sincero.
Alexander McCall Smith con uno stile immediato, semplice e diretto regala ai lettori un romanzo dalla trama leggera ma non banale dove, anche se i personaggi vengono delineati in maniera sommaria, il messaggio circa l’amore e le sue molteplici implicanze rimane valido perché “Ognuno di noi ha le sue ragioni per proseguire il proprio viaggio, per essere com’è, per continuare a vivere la propria vita. Vite normali, certo, ma sfiorate di tanto in tanto da momenti di comprensione del tutto, di visione delle cose e di pura meraviglia”. 

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