Filosofia della religione

LA PREGHIERA: DALL'INTENZIONALITÀ ORANTE AL DIALOGO CON DIO

Progetto di ricerca coordinato da Marco Damonte*

Descrizione

Una riflessione filosofica sulla preghiera è oggi ineludibile per affrontare le sfide poste dal rinnovato interesse verso la religione dopo la secolarizzazione e dal fenomeno della globalizzazione. In entrambi i casi si tratta di offrire degli strumenti teorici capaci di interpretare la realtà della preghiera, sia riconoscendone l’universalità, sia rispettandone le peculiarità presenti nelle singole tradizioni religiose. I metodi comparativistici e i criteri mutuati dalle scienze delle religioni hanno portato a risultati interessanti, ma le nuove esigenze ne hanno messo in luce i limiti e tendono ad auspicare una riflessione antropologica in senso filosofico.

Proporre una filosofia della preghiera implica affrontare due questioni preliminari. Anzitutto la determinazione dello status quaestionis. La difficoltà con cui oggi si riflette sul fenomeno della preghiera sotto il profilo filosofico sarebbe radicata in alcuni presupposti della moderna filosofia delle religioni, in particolare la deriva soggettivistica e razionalistica e il primato attribuito alle questioni epistemologiche. In secondo luogo la scelta metodologica. Il tentativo di definire preliminarmente la preghiera o di offrirne un’analisi concettuale esaustiva rischiano di pregiudicare una lettura autentica di questo fenomeno. Il metodo proposto sarà perciò affine a quello fenomenologico, ma si avvarrà di alcune sollecitazioni di Ludwig Wittgenstein, il quale suggerisce di prendere le mosse dalla “pratica” quotidiana e determinata di un fenomeno.

Perché la preghiera si realizzi quale rapporto tra l’umano e il divino, è necessario stabilire chi sia l’uomo orante, che cosa sia la realtà a cui si rivolge e come si configuri il rapporto stesso. La preghiera non è l’espressione di un bisogno, bensì il manifestarsi di un desiderio o, meglio, il palesarsi della specificità umana. Essa si presenta pertanto come un colloquio capace di sostenere le tensioni tra vicinanza e trascendenza di Dio, limiti e grandezza dell’uomo, contemplazione e possesso, interiorità e ritualismo, presenza e assenza, parola e silenzio.
Compito principale di una filosofia della preghiera sarà 1) quello di salvaguardare queste tensioni, non di risolverle e 2) quello di rendere ragione del fenomeno della preghiera, con particolare attenzione alla categoria di intenzionalità così come in epoca contemporanea è stata declinata riflettendo sul linguaggio e sulla libertà. L’intenzionalità esibisce la struttura ermeneutica e personalistica dell’uomo, la sola capace di sostenere la disposizione antropologica alla preghiera. L’intenzionalità consente di recuperare la dimensione intellettiva della preghiera, la cui perdita a vantaggio della sola sfera sentimentalistica ha contribuito a determinare la crisi della preghiera in epoca contemporanea.

Una volta riconosciuta l’origine e l’irriducibilità del pregare, si potranno affrontare questioni centrali per una soddisfacente filosofia della preghiera: esiste la possibilità di una “preghiera anonima”? Qual è il valore della preghiera di intercessione? Qual è il rapporto tra preghiera e azione? 
Un’ultima tesi degna di attenzione riguarda il valore di una filosofia della preghiera in quanto tale: la filosofia senza preghiera sfocia nel razionalismo e la preghiera senza filosofia sfocia in una forma di neo-manicheismo di stampo intimistico ed elitario. Dalla riflessione sulla preghiera emerge così un nuovo modo di pensare il rapporto tra fede e ragione fruibile in ambito culturale oltre che strettamente filosofico perché al servizio di una “carità intellettuale” di cui si avverte tutta l’urgenza.

Il carattere interdisciplinare del progetto comporta un serrato confronto con specialisti di diverse discipline che si concretizzeranno nell’organizzazione di alcuni incontri a carattere seminariale. Un primo incontro avrà come tema il rapporto tra filosofia e preghiera e si soffermerà sulla preghiera formulata dai filosofi in età classica, sul cambiamento del paradigma operato in epoca moderna nel campo della mistica e dell’ascesi e sulla preghiera così come tematizzata nel Novecento dalla corrente analitica e dal pensiero dialogico. Un secondo seminario approfondirà l’ambito religioso-teologico con particolare riferimento alla preghiera nella rivelazione biblica, nel mondo islamico e nel pensiero orientale. In ciascun caso verrà analizzato il ruolo della preghiera nella costituzione di una comunità orante e nella definizione identitaria specifica per ciascuna confessione. Infine, un terzo incontro offrirà l’opportunità di riflettere sulla preghiera dalle prospettive dell’antropologia culturale, della prassi pastorale, dell’estetica, dell’ambito liturgico e della filosofia della comunicazione.
 

Eventi

IL GUSTO DELLA RIFLESSIONE, IL FRUTTO DELLA PREGHIERA
La giornata di studi Il gusto della riflessione, il frutto della preghiera si è tenuta il 28 novembre 2011, presso la Sala Conferenze della Fondazione Centro Studi Campostrini.

IL PREGARE DIFFICILE: CRITICITA' E PROSPETTIVE NELLE DIVERSE TRADIZIONI RELIGIOSE
La giornata di studi Il pregare difficile: criticità e prospettive nelle diverse tradizioni religiose si è tenuta il 22 marzo 2012, presso la Sala Conferenze della Fondazione Centro Studi Campostrini.

I LINGUAGGI DEL PREGARE
La giornata di studi I linguaggi del pregare si terrà il 5 ottobre 2012, presso la Sala Conferenze della Fondazione Centro Studi Campostrini.
 

Materiali 

Articolo di Marco Damonte: "Il rumore, nemico dell'io e nemico di Dio" Studi sciacchiani, 25, 2009, pp. 73-87.
 

Bibliografia

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* Marco Damonte (1978), dopo aver ottenuto il Bacellierato in Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (2002) e la laurea in Metodologia Filosofiche presso l’Università di Genova (2006), ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Filosofia (2010) con un lavoro sulla riscoperta della teologia naturale nella filosofia analitica della religione. Attualmente collabora con la Cattedra di Storia della Filosofia dell’Università di Genova tenuta dal prof. Mauro e sta approfondendo la possibilità di fruire dell’epistemologia della religione nel dibattito interreligioso e nell’ambito gnoseologico.
Con l’editore MEF di Firenze ha pubblicato il saggio Wittgenstein, Tommaso e la cura dell’intenzionalità e con l’editore Carocci uscirà a breve Reasonable Faith. Una buova proposta di teologia naturale. È membro della redazione di Philosophical News e ha all’attivo diversi articoli in riviste filosofiche e volumi collettanei.
Curriculum completo di Marco Damonte

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